Legalizzare la Marijuana ovunque creerebbe più di un milione di nuovi posti di lavoro entro il prossimo decennio, afferma un nuovo studio.
Alcune analisi eseguite dalla New Frontier Data, un’azienda che si concentra sull’industria della Marijuana, ha scoperto anche che il governo guadagnerebbe almeno 131.8 miliardi di dollari dalle tasse federali nel giro di otto anni, se la Cannabis venisse legalizzata in tutti i 50 Stati americani.
Con la legalizzazione federale, verrebbero immediatamente creati 782,000 posti di lavoro, e l’azienda prevede che il numero aumenterebbe a 1.1 milioni entro il 2025, includendo i coltivatori e i rivenditori.
Nel 2015, un anno dopo la legalizzazione della vendita di Cannabis ricreativa in Colorado, l’industria della Marijuana legale ha creato 18,000 posti di lavoro a tempo pieno e 2,4 miliardi di dollari in crescita economica nello Stato, secondo il Marijuana Policy Group. La New Frontier suggerisce che questo trend potrebbe essere sostenibile a livello nazionale.
“Se le attività riguardanti la Cannabis fossero legalizzate domani e tassate come attività normali con un’aliquota d’imposta standard del 35%, le attività di Cannabis fornirebbero all’economia americana 12.6 miliardi di dollari in più in un anno,” dice al Washington Post il CEO di New Frontier, Giadha Aguirre De Carcer.
La crescita economica verrebbe spinta aumentando la richiesta di varie industrie, secondo il Marijuana Policy Group. I coltivatori hanno bisogno di magazzini, e comprano attrezzatture specializzate come impianti luce e di irrigazione per la crescita della Marijuana. In stati come Washington e Colorado, la Marijuana ricreativa legale ha portato anche ad incrementare alcuni settori del turismo.
La California è diventata l’ottavo stato a vendere Marijuana ricreativa legale il 1° Gennaio 2018, e 29 Stati permettono ora l’uso della Marijuana medica. La legalizzazione federale, anche se popolare in quasi ogni gruppo demografico americano, sta affrontando nuove sfide lanciate dal Procuratore Generale Jeff Sessions, la cui forte opposizione alle leggi sulla Marijuana in tutto lo stato ha rallentato la spinta bipartitica. A fine ottobre, Session ha abrogato una legge dell’era Obama che diceva ai prosecutori federali di lasciar stare la Marijuana negli stati in cui era stata legalizzata, lasciando aperte delle domande circa il futuro della promettente industria.
Ormai, quasi ogni giorno si susseguono news circa la legalizzazione dall'America, dall'Europa (vedi il recente caso della Grecia e del Lussemburgo) e persino dall'Oriente!
Update Maggio 2019 (Fonte La Repubblica)
Su questi si abbatterebbe il danno che scaturirebbe dalla chiusura dei negozi di canapa a basso contenuto di THC e derivati sulla quale si è impegnato il ministro degli Interni.
La conta, riportata dall'agenzia Radiocor sulla base dei dati del Consorzio nazionale per la tutela della canapa industriale, ha portato il direttore generale del consorzio, Stefano Zanda, a sottolineare che "il comparto della canapa industriale non ha nulla a che vedere con gli stupefacenti, o con gli aspetti ludici della cannabis. Le esternazioni di alcuni politici, poco informati, stanno arrecando danni incommensurabili al settore e minando il suo sviluppo",.
La legge per la promozione della filiera è entrata in vigore nel gennaio del 2017. Il volume d'affari calcolato dal consorzio (che soltanto due mesi orsono è stato presentato alla Camera), è di 150 milioni di euro nel 2018 e per il 2021 si prevede un giro di affari su scala europea di 36 miliardi di euro, visto il crescente interesse da parte di vari settori tra cui farmaceutica, cosmesi, alimentare, packaging, edilizia, design. Sempre nel 2018 in Italia sono stati 2500 gli ettari coltivati a canapa e la previsione di chiudere l'anno con un raddoppio delle superfici.
Salvini ha dichiarato di voler "chiudere ad uno a uno tutti i presunti negozi turistici di cannabis", e il mondo della canapa industriale è entrato in fibrillazione: "Prendiamo le distanze - ha aggiunto Zanda all'agenzia - da eventuali comportamenti fuori legge di alcuni negozianti. Chiediamo però il massimo rispetto per il settore, composto da moltissimi professionisti ed aziende serie. Il governo dovrebbe essere lungimirante e non perdere tempo per regolamentare il comparto, dando dignità e la stabilità necessaria alle imprese, per affrontare e attrarre gli investimenti necessari allo sviluppo".
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