Per la prima volta in assoluto, l’olio di Cannabis è stato usato in un ospedale…per salvare una neonata di 2 mesi.
A dicembre dell’anno scorso, Nicole ed Ernie Nunez hanno dato alla luce una bellissima bambina, Amylea. Tuttavia, quando l’hanno portata a casa, le cose sono velocemente andate male.
“Circa un giorno dopo essere tornati a casa dopo il parto, ha avuto il suo primo attacco,” ha detto Nicole. “Ha una rara forma di epilessia. Non sanno esattamente di che tipo sia.”
Per due mesi la famiglia Nunez ha cercato disperatamente di curare la malattia della bambina. I dottori di Albuquerque, in New Mexico, da dove viene la famiglia, non sono stati in grado di trovare una causa né una cura per la piccola Amylea. Quindi, la famiglia è andata in Colorado.
Nicole sta all’ospedale ad Aurora, mentre Ernie fa avanti e indietro per prendersi cura dell’altro figlio della coppia e per lavorare.
Al Children’s Hospital di Aurora, i dottori hanno proseguito col cocktail di farmaci nel tentativo di fermare gli orribili attacchi, ma questi farmaci non sono privi di effetti collaterali.
“I farmaci che le danno le fanno male al fegato, quindi stiamo cercando di fare qualcosa di diverso che non le faccia così male,” ha detto Ernie, spiegando perché la coppia ha deciso di usare l’olio di Cannabis.
Quando la famiglia ha sentito degli effetti apparentemente miracolosi dell’olio di Cannabis, conosciuto come Charlotte's Web, ha trovato la speranza e si è organizzata per ottenerlo per la bambina.
La Charlotte's Web è un ceppo di Cannabis il cui nome deriva da una bambina, Charlotte Figi, a cui ha salvato letteralmente la vita. Charlotte ha avuto il suo primo attacco a tre mesi di vita. Nei mesi successivi ha avuto attacchi frequenti, che duravano dalle due alle quattro ore, ed è stata ricoverata in ospedale ripetutamente.
Ma i suoi genitori hanno trovato un ceppo di Cannabis che ha ribaltato completamente la situazione di sofferenza della figlia. Da allora, innumerevoli altri bambini sono stati salvati da questa fantastica pianta.
“Ho litigato per tre settimane coi dottori per cercare di convincerli a darmi l’ok,” ha detto Nicole. “Ho lavorato con il team dei casi di studio e il team di neurologia al Children’s, e sono ottimista.”
A luglio, i dottori hanno finalmente acconsentito a fare entrare l’olio di Cannabis nell’ospedale per curare Amylea.
“Riuscire ad ottenere l’approvazione per farcelo amministrare mentre è in terapia intensiva neonatale come paziente…è quasi come un miracolo,” ha detto Nicole. “Perché erano del tutto contrari, dicevano ‘No non puoi farlo, devi aspettare finché non è una paziente ambulatoriale’.”
Anche se i dottori hanno dato l’approvazione per curare Amylea con l’olio, non l’avrebbero somministrato loro personalmente, quindi l’ha fatto la famiglia stessa.
Già a luglio, quando Amylea avevi assunto solo poche dosi, i suoi genitori dicevano che le infermiere avevano notato un cambiamento positivo.
Secondo la famiglia, Amylea è la prima e più giovane paziente ad aver mai ricevuto l’olio di Cannabis come cura in un ospedale.
L’importanza dell’uso dell’olio di Cannabis per curare un neonato in un ospedale non dovrebbe passare inosservata. Questa mossa illustra efficacemente che la Cannabis è un’opzione medica attuabile, e la sua classificazione da parte del governo federale di droga della Tabella 1 è assurda quanto immorale.
Il Progetto Free Thought ha recentemente riportato le scoperte di uno studio che ha mostrato come l’olio di Cannabis sia un trattamento altamente efficace per l’epilessia incurabile.
Dei 261 pazienti a cui è stato somministrato il trattamento con CBD, il 45% ha sperimentato una significativa riduzione nella frequenza degli attacchi, il 9% non ha avuto nemmeno un attacco in tre mesi. Alcuni bambini hanno continuato a trarne benefici anche dopo la fine del trial, persino un anno dopo.
Quando la stessa fantastica pianta che ha curato il cancro, ha salvato le vite dei bambini epilettici, e ha curato innumerevoli altre persone, viene usata nell’ospedale di uno stato, mentre costituisce la causa per rapimenti e imprigionamenti da parte della polizia in un altro stato, bisogna fare qualcosa.
Chi continua a rinchiudere le persone in gabbie per il possesso di questa pianta sarebbe saggio a rifiutare ulteriori ordini del genere. Se la polizia desidera essere dal lato giusto della storia, non dovrebbe aspettare che siano le leggi a dirgli di smetterla di rapire e ingabbiare le persone per una pianta, dovrebbe semplicemente smettere di farlo.
Quando ‘fare il proprio lavoro’ viola i diritti di persone non violente e pacifiche, alcune della quali vogliono solo salvare le vite dei loro figli, è tempo di mettere in questione la validità di quel lavoro.
È stata avviata una campagna di GoFundMe per Amylea, attualmente ancora attiva; se volete dimostrare il vostro supporto, potete fare una donazione.