Il nuovo cannabinoide HHC: cos’è e qual’è la differenza con CBD e THC

Il nuovo cannabinoide HHC: cos’è e qual’è la differenza con CBD e THC

Il nuovo cannabinoide HHC: cos’è e qual’è la differenza con CBD e THC

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Irene Sforza : ✍🏼

Dagli Stati Uniti si è fatta largo una nuovo cannabinoide che sta spopolando su tutti i blog di cannabis legale e canapa: ovviamente stiamo parlando dell’ esaidrocannabinolo (HHC) . Oggi scopriamo cos’è e le sue differenze con il CBD e il THC. 

L’idea di scrivere questo articolo ci è venuta quando noi di MamaMary abbiamo visitato il Cannafest di Praga dove l’HHC era presente nei cartelloni della maggior parte degli stand, diventando il protagonista assoluto di questo festival.

 

Guardandoci intorno ci siamo però resi conto che non sia ancora molto conosciuto nel panorama italiano. Inoltre, il fatto che sia una novità sul mercato ne rende la letteratura a riguardo molto confusa e contraddittoria, specialmente per quanto riguarda gli effetti e la sua effettiva legalità.

Cerchiamo quindi di fare chiarezza e andiamo a scoprirlo:

 

Pronti? Partiamo!

 

Cos’è l’HHC?

L’esaidrocannabinolo (HHC) è una molecola di natura semi-sintetica. Per la sua produzione viene infatti impiegato un processo chiamato “idrogenazione”, che trasforma il CBD in HHC. È semi-sintetica proprio perché proviene da ingredienti naturali per poi essere modificata in laboratorio, ma la sua natura è comunque biologica.

 

La sua nascita è avvenuta nel 1944 da un’idea di Roger Adams, e si potrebbe dire che l’HHC è stato scoperto in laboratorio. Come? Lo scienziato ha aggiunto delle molecole di idrogeno al delta-9 THC producendo questo prodotto semisintetico che, oltre ad avere effetti simili al thc, aveva effetti sul sistema nervoso centrale. Originariamente questa molecola veniva dunque creata dal THC, ma ora, grazie alla grande disponibilità di piante di canapa legale industriale, principalmente per la sua creazione si fa a partire dal CBD.

 

I metodi utilizzati per la sua creazione vengono descritti dettagliatamente da Allison Justice, Ph.D., CEO di The Hemp Mine, dicendo che il processo attraverso il quale viene prodotto l’HHC è lo stesso usato per alcuni prodotti che consumiamo ogni giorno, come la margarina. Si tratta infatti di un processo noto come idrogenazione, ovvero aggiungere atomi di idrogeno al composto usando come catalizzatore un elemento chimico appartenente alla famiglia dei metalli. Usando l’esempio precedente, dall’olio vegetale grazie al processo, si ottiene la margarina.

 

Riferendosi alla produzione dell’HHC, la dottoressa aggiunge:

 

<<L'aggiunta di altri due [idrogeni] rende l'anello "esa" idrogenato” >> da qui deriverebbe “esaidrocannabinolo”. Poi continua: <<In altre parole, tutti i sei carboni dell'anello sono completamente saturi di idrogeni. Questo aumenta la stabilità, ma cambia anche la capacità della molecola di interagire con i recettori dei cannabinoidi.>>

 

I suoi effetti, secondo molti consumatori, sono sorprendentemente simili a quelli del THC, ma più lievi e con una componente psicoattiva presente ma limitata. Per descriverli, Leafly riporta le parole di Liam Burns, di Bearly Legal

 

“Personalmente con l’HHC mi sento energetico” conferma ”vado in palestra. Sono sveglio, la mia mente funziona correttamente. Normalmente ho dolori alla schiena e alla spalla, ma quando lo prendo non li sento più.”

 

Il principio attivo all’interno della sostanza è il 9R HHC che si lega al sistema endocannabinoide producendo gli effetti noti, mentre l’altra molecola, il 9S HHC non dà effetti. Per questo motivo, solitamente si cerca di produrre HHC con una percentuale di 9R HHC più elevata rispetto a quella di 9S HHC. Se il suo consumo sia o meno raccomandato, data la sua somiglianza con il tetraidrocannabinolo (THC), questo è ancora un mistero. 

 

Sebbene ancora non si trovino particolari controindicazioni per la sostanza nè si siano ancora dimostrati effetti collaterali, studi a lungo termine devono ancora essere condotti. Per ora la sostanza sembra disponibile in moltissimi formati: dall’olio al liquido per le vape pen, fino ai dolcetti, sembra riscontrare moltissimo successo, specialmente negli Stati Uniti.

 

HHC vs CBD

Abbiamo già parlato di cosa sia il CBD ma riassumiamo per chi non è un esperto in materia: il cannabidiolo è una molecola che si trova naturalmente all’ interno della pianta della cannabis, anche detta cannabis light o marijuana legale. È dunque un cannabinoide che si trova naturalmente all’interno di una pianta, questa è la prima differenza con l’esaidrocannabinolo che, come spiegato precedentemente, viene prodotto in laboratorio tramite il processo chimico dell'idrogenazione, il che lo rende parzialmente sintetico.

 

Un’altra questione che li fa differire sono gli effetti prodotti da ciascuna di queste due sostanze. Da questo punto di vista troviamo un punto in comune molto forte, infatti entrambi vanno ad agire sul sistema endocannabinoide. 

Il cannabidiolo è rinomato principalmente per i suoi effetti rilassanti e terapeutici, la sua interazione con il sistema cannabinoide e le sue forti proprietà analgesiche, calmanti e antinfiammatorie lo hanno reso la prima scelta per moltissime persone affette da patologie e non solo.

 

Il cannabinoide HHC, come precedentemente accennato, offre degli effetti comparabili a quelli del THC. Detto ciò alcuni studi sembrano celebrarne anche gli effetti terapeutici. Uno in particolare discute dei suoi effetti analgesici su alcune cavie e ne incita lo studio secondo questa prospettiva anche su esseri umani.

 

HHC vs THC

Non solo il CBD, ma anche il THC, è un cannabidiolo presente naturalmente nella pianta della cannabis, in particolare le sue concentrazioni più alte si trovano in quella sativa di tipo I e II, che tutti noi conosciamo con il nome di “marijuana”. La prima differenza dunque, come anche per il CBD, è la sua natura biologica contro quella chimica dell’HHC.

 

Tutte e due le sostanze poi stimolano il sistema endocannabinoide, con modalità diverse e producendo conseguenze differenti.

Se il THC è la sostanza con effetti psicoattivi per eccellenza, le proprietà psicoattive dell’HHC sono tenute sotto controllo e possono essere chimicamente regolate, producendo HHC con una componente maggiore della sua parte non attiva cioè il 9S HHC.

 

Più nello specifico, il THC lega con i recettori CB1 e CB2 producendo quegli effetti che consideriamo parte dell’ “high sensation”. Grazie alla sua struttura chimica che ricorda quella del THC, l’esaidrocannabinolo potrebbe fare lo stesso, ma ancora studi approfonditi sull’argomento non sono stati condotti, quindi sebbene non sappiamo con precisione se questa giunzione avvenga sappiamo che i suoi effetti possano essere comparati a quelli del THC.

 

In particolare in comune sembrano avere la sensazione di euforia e leggerezza, il miglioramento dell’umore, l’incremento della fame e il rilassamento dei muscoli.

 

L’HHC è legale in Europa?

L’HHC è da poco nel mercato ma già se ne possono incontrare molteplici formati: dai fiori all’olio, passando per i liquidi delle vape pen, sembra sbarcare su ogni settore del mercato della cannabis. Moltissimi sono i produttori e rivenditori che ogni giorno investono su questo settore e sui prodotti a base di hhc.

 

In America il suo utilizzo e la sua vendita sono parzialmente chiarificati dal 2018 Farm Bill, un documento in cui si legalizza la coltivazione di tutti quei prodotti che contengono una percentuale di THC inferiore al 0.3%. Essendo l’HHC derivato dalla canapa industriale incontra queste condizioni e si qualifica come legale nella maggior parte degli stati del paese, anche se in alcuni come Idaho, Arkansas o Arizona, ancora risulta illegale.

 

C’è da sapere che situazione in Europa circa il suo utilizzo e la sua vendita è confusa e varia da paese a paese. In Germania e in Francia, ad esempio, si possono trovare moltissimi prodotti che contengono HHC, ma si tratta di una situazione che potremmo comparare con quella del CBD ai suoi albori: non essendoci una legge unica e chiara, ogni paese legifera separatamente. In Italia non vi sono infatti ancora leggi che ne regolino la vendita o la commercializzazione, dunque si trova in una zona grigia in maniera molto simile al CBD pertanto affermare se sia legale o meno è ancora oggetto di discussione. 

Sicuramente ne avremo di belle da vedere nei prossimi mesi. 

 

Speriamo che questo articolo sia riuscito a chiarire qualche dubbio che avevate in materia e raccontateci le vostre esperienze se vi è capitato di provarlo!

 

Commentate se avete altre domande: saremo felici di rispondere come meglio possiamo😎

 

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