I Canadesi investono nella Cannabis Italiana: a Ragusa nasce lo stabilimento più grande d'Italia!

I Canadesi investono nella Cannabis Italiana: a Ragusa nasce lo stabilimento più grande d'Italia!

Mentre in Italia si dibatte ancora su una possibile regolamentazione della canapa che tuteli gli operatori, i lavoratori e i clienti, una positivissima testimonianza viene direttamente dal mercato: la produzione che copriva circa 400 ettari nel 2013, è passata agli oltre 4mila del 2018!

Ad accorgersi delle potenzialità di questo settore in Italia, che gode peraltro di un territorio e di know-how agricolo invidiato da tutto il Mondo, sono stati i canadesi (che hanno legalizzato lo scorso Ottobre), che già a Novembre hanno investito massicciamente in una nota azienda di cannabis light, acquisendone il 47%, per circa 4.8 milioni di dollari canadesi.

Questa volta però, la faccenda è ancora più interessante: l’azienda in questione si occupa di farmaceutica e cosmetica basate sulla canapa industriale, producendo così olii essenziali e distillati dalla nostra pianta preferita. A costruirlo è la Canapar Corp, società controllata dalla canadese Canopy Rivers, con un investimento di 25 milioni di dollari canadesi, in Sicilia, precisamente nella città di Ragusa.

L’impianto ha un potenziale di crescita incredibile, in un settore innovativo come quello della canapa industriale. Interessante anche l’accordo della nuova azienda con gli agricoltori siciliani per la coltivazione delle infiorescenze (con un tenore di THC inferiore allo 0,2% e quindi perfettamente legale): gli ettari che saranno lavorati saranno ben 1000 , con una capacità produttiva di 600 tonnellate di biomasse. I prodotti verranno quindi lavorati all’interno dello stabilimento, che oggi occupa 10 dipendenti, ma che nei piani aziendali cresceranno fino a diventare ben 30, per poi essere esportati sfruttando il vicino porto commerciale di Pozzallo.  

Insomma, un investimento particolarmente interessante, in quanto è stato strutturato attorno ad un eco-sistema economico e sociale a 360 gradi, basato sulle potenzialità del territorio e dei lavoratori, con una serie di benefici diretti ed indiretti per Ragusa e l’intera Sicilia!

https://www.rainews.it/tgr/sicilia/video/2019/01/sic-cannabis-usi-farmaceutici-cosmetici-multinazionale-olandese-tragusa-8f4de0ad-3294-4c3f-ab48-8679d797ca93.html

Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore, alcune stime indicano che il mercato degli estratti della canapa potrebbe raggiungere un valore di 2,1 miliardi di dollari entro il 2020, con una crescita del ben 700% rispetto al 2016. Come già detto, l’investimento non ha “solo” valenza per un settore più volte bistrattato e per il mercato del lavoro, bensì ha riflessi anche sulla ricerca: ha preso il via un progetto in partnership con il Dipartimento di Agricoltura, Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania per consentire lo sviluppo delle conoscenze tecniche e scientifiche, per lo sviluppo di nuove varietà adatte al nostro particolarissimo clima mediterraneo e per l’evoluzione culturale.

Abbiamo deciso di investire in Sicilia, sia per la sua posizione geografica strategica al centro del Mediterraneo che per la sua storia di regione principale produttrice di canapa industriale nel suo recente passato. – dichiara Sergio Martines, Ceo di Canapar Corp - Ragusa è stata individuata, successivamente, per l’alto potenziale del suo polo industriale, pur in un quadro generale di difficoltà di cui siamo ben consapevoli, con aziende preminenti anche a livello internazionale, una buona vivacità economica, costi competitivi, buon livello dei servizi amministrativi, anche pubblici, rispetto alle altre province siciliane e la presenza del porto commerciale di Pozzallo, che costituisce per noi un plus per la nostra logistica, comunque molto diversificata”.

Di particolare interesse anche le lavorazioni degli scarti della Cannabis, infatti, Martines dichiara a tal proposito che:  “Questa fase è in via di sviluppo, siamo interessati a materiali compositi, torba, mangimi e ad avere una zero carbon footprint dal processo di coltivazione industriale della canapa.

 

Bè che dire, per una volta siamo fieri del coraggio di queste persone e non vediamo l’ora di poter vedere l’impianto in funzione!

 


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